Io debbo alla Provincia di Milano la prima stampa del “Diario di una diversa” e massime al dottor Cassamagnago che, in tempi remoti, anzi remotissimi, dopo il mio internamento di 15 anni, osò pubblicare quel resoconto degli orrori psichiatrici paragonibile in un certo modo al “Diario di Anna Frank”.
Alda Merini non è morta in un lager ma continua a vivere nel lager delle persone ritenute sane, che spesso la oltraggiano e non hanno misericordia di ciò che io considero un dono del cielo, la malattia mentale. E intendiamoci. Non alludo a quelle forme pericolose e autodistruttive, ma agli “amorosi sensi” di cui parlano anche i santi.
Il “Poema della croce” è nato dal dolore fisico e dall’oltraggio delle case di cura, uniti alla totale dimenticanza di chi ulteriormente vuole oltraggiare il povero.
Io non sono povera, nel senso che il mio reddito mi consente di vivere decorosamente, ma per ciò che riguarda Milano mi dispiace di vedere che “una città così povera e così pronta di cuore”, come diceva Quasimodo, è oltraggiata dai rumori e dai rifacimenti ambientali.
Proprio ieri, parlavo con mia figlia che vive a Torino e mi diceva che Porta Palazzo ormai è invivibile e che molti stranieri ci marciano con arroganza. Non so dove sono andati a finire la nostra Lombardia e i nostri Longobardi. Noi abbiamo al nostro attivo un coraggio che non vogliamo diventi villania e ci difendiamo dall’illegalità dell’egoismo.
Sono comunque felice che esca il “Poema della croce”: un dolore così privato che “purtroppo” diverrà pubblico. Io sul dolore non ho mai pianto. Piango sulle vessazioni ambientali, piango sui vecchi che muoiono nel lager di Milano.
Alda Merini è nata il 21 marzo 1931 a Milano, e qui tuttora vive in una casa sui Navigli.
Già apprezzata in gioventù da Pasolini e Quasimodo (esordì giovanissima, a sedici anni, con la raccolta “La presenza di Orfeo”), dopo anni di oblio conseguenti al suo internamento in manicomio, ha saputo trasformare il suo drammatico vissuto in versi limpidi e visionari che le sono valsi numerosi riconoscimenti, tra cui, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale” per la Poesia, nel 1996 il Premio Viareggio, nel 1997 il Premio Procida-Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Settore Poesia.
Nel 1996 e nel 2001 è stata candidata al Premio Nobel per la poesia. Tra le sue opere poetiche “La Terra Santa” (1984), “Vuoto d’amore” (1991), “Magnificat. Un incontro con Maria” (2002),“Clinica dell’abbandono” (2004), “Le briglie d’oro” (2005).
Tra le opere in prosa: “L’altra verità. Diario di una diversa” (1986)); “La pazza della porta accanto” (1995). Sul testo “Poema della Croce”, il musicista e cantante Giovanni Nuti ha creato una Cantata per voce solista, coro e orchestra: CD in uscita realizzato con il contributo della Provincia di Milano.