La decisione della provincia di aumentare le risorse destinate alla cultura, passando da 8 a 11 milioni di euro risponde a una visione progettuale che assegna alle funzioni culturali un ruolo importante per lo sviluppo sociale, economico e territoriale dell’area milanese.
Non è stata solo l’industria a fare di Milano una grande e prospera metropoli. Arte, design, editoria, produzione televisiva, ricerca scientifica e tecnologica e grandi istituzioni come la Scala, il Piccolo Teatro, la Triennale hanno giocato un ruolo importante nel far diventare la città una vera capitale culturale in Italia e in Europa. Ma in un mondo che cammina sempre più in fretta si fa presto a rimanere indietro, soprattutto quando le città, le regioni e gli Stati fanno a gara nell’offrire nuove opportunità, nuove idee, nuovi motivi di attrazione e di interesse per gli affari, la cultura e il turismo. L’area milanese è stata più lenta di altre nel capire che è necessario investire di più in cultura, ricerca, sapere, per stare al passo coi tempi e rilanciarsi come leader dell’innovazione nella fase post-industriale in cui ci troviamo da tempo. Per questo è così importante coordinare le risorse del territorio provinciale per da vita a un sistema culturale moderno, che aiuti la società a crescere e l’economia a “tirare” di più.
La qualità e il prestigio delle grandi istituzioni culturali milanesi non devono essere messe in discussione, cosa resa difficile dalle condizioni economiche imposte alla gestione di questi enti da un bilancio dello Stato sempre più avaro con la cultura. Per questo la Provincia ha impegnato più risorse per sostenere il PiccoloTeatro e l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, è entrata come socio fondatore nella Triennale e intende contribuire allo sforzo di risanamento economico della Scala, che si è trovata sull’orlo di una crisi gravissima. La Scala, come ha affermato recentemente il nuovo sovrintendente Stéfane Lissner, è un teatro pubblico perché la sua vocazione è una produzione di alta qualità artistica, incompatibile con il principio della redditività. Ma è anche un patrimonio pubblico e come tale va tutelato anche attraverso una gestione improntata alla trasparenza e al pluralismo. È questo il significato dello sforzo intrapreso dalla Provincia per riportare in seno alle istituzioni pubbliche le maggiori responsabilità nel governo del più prestigioso ente lirico italiano, sottraendolo a una gestione chiusa e privatistica, che è all’origine delle sue difficoltà più recenti.
Ma oltre a conservare l’eccellenza già esistente, occorre incoraggiare l’innovazione culturale: nuove idee, espressioni e linguaggi, e soprattutto giovani talenti. Se la scena culturale milanese vuol mantenersi viva e dinamica ha bisogno di aprirsi alla ricerca, alla sperimentazione, al futuro. In tutti i campi artistici e culturali: teatro, cinema, musica, produzione radiotelevisiva, arti visive, nuovi linguaggi tecnologici. Alle istituzioni locali spetta di coordinare le forze in campo, aiutarle a mettersi in rete, a “fare sistema” per valorizzare meglio il protagonismo culturale che rischia di disperdersi perché troppo atomizzato. In questa prospettiva stiamo moltiplicando gli sforzi per creare ricchezza di relazioni e coordinamento tra i molti soggetti associativi e creativi che animano la vita culturale della nostra metropoli.
Un discorso analogo vale per i 189 comuni del territorio provinciale. Rendere la cultura una risorsa per lo sviluppo territoriale, e un’opportunità di crescita per tutti i cittadini, significa aiutare e incentivare, anche economicamente, la cooperazione tra i comuni. Con l’obbiettivo di dar vita su tutto il territorio a sistemi culturali integrati di livello sovracomunale. Cioè mettere in rete l’insieme di spazi e strutture oggi distribuiti nei singoli Comuni – biblioteche, musei, ville, spazi espositivi - per organizzare una costante e migliore offerta di servizi e programmi culturali. Nell’area metropolitana del futuro, la cultura non dovrà più essere irradiata solo dal centro, ma diventare sempre più un patrimonio diffuso nel territorio. Dovrà esistere un sistema culturale policentrico in cui arte, natura, storia e memoria delle nostre città diventino ricchezza culturale elaborata e condivisa ma anche generatori di nuove opportunità, di qualità urbana, di attrattività . E soprattutto occasioni di crescita personale e collettiva.
Solo con un rinnovato e vigoroso impegno delle istituzioni pubbliche territoriali la cultura può smettere l’obsoleto ruolo di cenerentola dei bilanci pubblici. Il nostro impegno è andato in questa direzione nell’anno che va chiudendosi ed è confermato per il prossimo.
Per sapernne di più» Assessore Daniela Benelli» Vai al sito di Cultura