La Provincia si impegna a promuovere la Cultura etica tra le imprese pubbliche e privatePromuovere acquisti pubblici etici e agevolare i rapporti tra imprese e Amministrazione è stata l’esigenza che ha portato alla costituzione di un Albo Fornitori della Provincia di Milano. Parte integrante di questo progetto è il Codice etico, un testo che offrirà una guida per la condotta delle imprese che vorranno iscriversi all’albo. Articoli chiari, sintetici: questa la caratteristica del documento, suddiviso in due sezioni, una obbligatoria richiamante le leggi in vigore, l’altra che prevede un ventaglio graduale di opzioni per l’adesione a standard etici e l’adozione di certificazioni aggiuntive. Gli aspiranti fornitori, nel momento in cui effettueranno l’iscrizione all’albo, dovranno sottoscrivere il Codice, consci del valore premiante, ma non escludente, di un’adesione piena ai requisiti più esigenti.
Dal gennaio 2006, le pagine relative all’Albo saranno on-line, all’indirizzo: albofornitori.provincia.milano.it.
Oltre a poter consultare testi e documentazione, sul sito sarà possibile pre-iscriversi in tempo reale, semplicemente compilando gli appositi campi della scheda d’iscrizione. Inoltre l’Ente si riserva di promuovere azioni di informazione e di supporto per le ditte, a cominciare dalla pubblicazione di un opuscolo sulle certificazioni suggerite alle imprese che vogliono intraprendere rapporti commerciali con la Provincia.
“La possibilità di operare la pre-iscrizione e di conoscere gli articoli del codice etico con un semplice clic - dichiara l’assessore Calò - è un ulteriore segnale che, tra le priorità di questa Giunta, vi è la trasparenza amministrativa e la semplicità di gestione della cosa pubblica”.
L’ambizione di questo progetto risiede nella lungimiranza dell’azione pedagogica che si vuole operare: far sì che le imprese e le pubbliche amministrazioni assimilino gradualmente una cultura etica che non si traduca nella semplice osservanza delle leggi, ma che sia una prassi necessaria e consolidata di politica aziendale e commerciale. Il Codice etico non vuol essere tanto lo strumento di un censore che divida imperiosamente i buoni dai cattivi, quanto un’occasione per accompagnare le aziende sul sentiero di una cultura etica dell’impresa, vincendo con l’informazione molte diffidenze e incoraggiando all’adozione di prassi via via più virtuose e consapevoli.
“L’Ente s’impegna a adottare criteri di legalità e di trasparenza nell’assegnazione delle commesse -conclude Calò -, a valorizzare le aziende che vogliono adoperarsi nella riduzione dell’impatto ambientale ed assumersi la responsabilità sociale d’impresa, e chiede ai fornitori di rispettare i diritti lavorativi e sindacali, nonché le regole della concorrenza”.